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Coronavirus, tempo di riflessioni.

Sono giorni strani, quasi surreali quelli che si stanno vivendo.

La quotidianità di molti di noi, da quando ha fatto la sua apparizione il famigerato virus, è stata modificata.

C’è chi riempie il carrello della spesa, chi non utilizza i mezzi pubblici, chi ha figli che non vanno a scuola o anziani per cui preoccuparsi e chi sperimenta per la prima volta smart working e telelavoro, chi annulla riunioni o eventi e chi rimanda i viaggi per non rischiare di rimanere bloccato in un aeroporto.

E poi c’è chi come me da questo odioso, coronavirus cerca di ‘cavarci’ qualcosa di buono. Mentre scrivo, insolitamente libera da impegni fissi di lavoro, mi concedo il lusso di registrare i miei pensieri comodamente seduta nel mio studio ascoltando musica classica. Il tempo si è dilatato e io cerco di utilizzarlo al meglio. È come trovarsi in una inaspettata vacanza ma che considerabile tale non è, anche per rispetto di chi, con grande senso di responsabilità, si ritrova a dover portare avanti il proprio lavoro a rischio della propria salute. A loro i nostri ringraziamenti e la nostra stima.

I cambiamenti di questi giorni innescano inevitabilmente nuovi pensieri. Siamo più nelle emozioni o nella ragione? Riceviamo aggiornamenti ed opinioni a velocità impressionante.

Ci troviamo a riflettere sulla nostra vulnerabilità fisica; senza pensare ai peggiori effetti, anche il ritrovarsi catalogati fra i casi nominati ovunque non deve essere cosa piacevole. E la vulnerabilità fisica, a volte, può causare vulnerabilità psicologica. Volenti o nolenti, in situazioni insolite come questa, possiamo veder emergere paure, bisogni, spavalderie e incoscienze in altri momenti celati. Le relazioni possono risentirne o rinforzarsi.

Da coach ascolto i racconti di chi conosco, osservo, analizzo, mi pongo domande e raccolgo nuovi spunti di lavoro.

Mai come ora l'equilibrio fra ragione ed emozioni può rivelarsi un 'valido navigatore'.

Buone riflessioni a tutti 😊

 
 
 

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